Cena dei “Cisti e Rovinai”

Come ogni anno, a dicembre il nostro “Liviucci” organizza una cena per gli amici ciclisti triestini dedicata agli MBC, ma non solo. Anche questa volta, memori del successo dello scorso anno, la scelta della location è caduta sull’Agriturismo Milic di Sagrado del Carso e l’adesione all’appuntamento/evento natalizio ha raggiunto ben 66 adesioni, accogliendo indistintamente MBC, XC Team, Federclub, Generali.

Gli organizzatori quest’anno si sono accordati un mese prima della data cruciale per creare dei segnaposti e cercare di dare una certa tranquillità ai presenti di trovare posto indipendentemente dall’ora di arrivo. Quasi spontaneamente si sono delineati i gruppi dei tavoli corrispondenti più o meno alle già esistenti sotto sezioni occulte in seno alla società: i “Saratoga Lovers” con gli antagonisti “Teja Lovers”, i “Culi e Camisa”, i “Amici del Tornidor”, i “Andemo in Fuga” e dulcis in fundo i vincitori del premio per il nome più elegante: i “FROCIAZZI MTB”.

Dopo un paio di settimane di scambi di messaggi, nomi e idee tra Livio e Iure, le liste sono state stilate, i segnaposti disegnati e stampati e gli stendardi delle “casate” pubblicati ufficialmente.

Il nostro protagonista, essendo egli il collante tra i vari gruppi, merita lo stendardo apposito.

Il giorno della cena, Livio, da provetto organizzatore di eventi, si è recato in anticipo al ristorante per consegnare parte dei segnaposti, dare qualche indicazione, verificare la disposizione dei tavoli, le liste dei presenti e portare i tre cesti regalo per la consueta lotteria di fine cena con annessa cassettina rifinita porta-obolo per acquistarne il biglietto.

La sera, Bartolich, Dean e Iure hanno apportato i pochi ritocchi pendenti prima di accogliere gli oltre sessanta ospiti in arrivo di lì a poco. Dean viene da subito preso in contropiede alla vista della cassetta porta-monete rifinita in carta regalo, mettendolo in crisi: “meglio la cassettina fashion di Livio o il mio misero secchiello porta monete ricavato da un vasetto magnum di jogurt decorato da dei bellissimi adesivi MBC? Quella di Livio è bella…si… ma la mia ha gli adesivi MBC… la mia è apribile per poter dare il resto… quella di Livio no… bellezza contro funzionalità. Scegliamo l’alta moda o il pret-a-porter delle cassettine porta monete?”

Lasciamo Dean con il suo dilemma che lo perseguiterà per tutta la nottata, combattuto nel profondo sui due fronti contrapposti. Poche volte lo avevamo visto così, come quando doveva scegliere tra la 27,5″ e la 29″, quando era indeciso tra la front e la full ed ora, stremato nella scelta dal confronto tra la Livio-cassettina-BiondaBellaMaStupida e la Dean-Cassettina-MoraAncheBruttinaMaSimpaticaEFunzionale (è aperto il televoto con gli appositi hastag #LaCassettinaDiLivio e #❤cassettinaDiDean).

Alle 20.20 iniziano ad arrivare i primi ospiti che vengono prontamente accolti dai tre ciceroni e indirizzati ai tavoli assegnati mentre Dean è addetto ad estorcere l’euro per la lotteria (facendo propaganda attiva per la sua cassettina).

Giungono anche i Frociazzi MTB al completo che, avendo risorse interne illimitate, danno ampio sfoggio del loro brand con tanto di merchandising e gadget. Roby “Menu”, attrezzatissimo con Selfie-Stick, girerà anche un DocuReality della serata in onda prossimamente su Netflix.  

Livio, Mauri (Germani) e Giuliana giungeranno un pò più tardi perché devono essere presenti alle premiazioni della Combinata Haiti che cadevano proprio lo stesso giorno della cena. Ritirano il premio per Massimo Minca che è assente (suo malgrado) anche alla cena. Giuliana, abbigliata a festa per la cena, sul podio raccoglierà anche gli apprezzamenti del pubblico maschile friulano: “Hai visto la carsolina?” (da leggere cantilenando in furlàn). 

Deborah e suo marito Mauro arrivano per ultimi e qui inizia il primo disguido: nonostante i segnaposti, la lista degli ospiti e tutto il resto, manca un posto a sedere! Com’è possibile? Livio Joker risolve la situazione spostando a mani nude una bancata da 20 posti per far posto ad un’ulteriore sedia… anche questa volta SuperLivio risolve le sorti della serata che procede senza intoppi tra brindisi, mandibole sgranocchianti, litri di vino e piatti transitanti a ritmo incalzante tra la cucina e i tavoli in un flusso continuo di cibo.

Giunge l’ora della tombola con i cesti messi in palio per i tre fortunati. Come Dea bendata della serata viene scelta Deborah per pescare i numeri vincenti dal sacco. Viene estratto il primo numero, poi il secondo…48, il terzo…79.

Di tre premi nemmeno uno ad un MBC, e nel frattempo arrivano i dolci.

Ma arriva anche il momento di decidere cosa fare l’indomani. Dormire? Giammai! Siamo ciclisti stoici noi! Chissenefrega se per l’indomani sono previste temperature sotto lo zero con bora sull’altopiano. Piero, forse in preda ai fumi dell’alcool e preso dalla concitazione del momento butta sul piatto la sua proposta: “ore 9:00 Rudine con giro costòn sotto vento”. Ieserscech, affetto da una rara forma di insonnia ciclistico-iperattiva rilancia azzardando un “Ore 8:00 a Basovizza!”. Dean trasale vistosamente e mercanteggia un canonico “Ore 9:30 Rudine e dopo semmai vedemo” raccogliendo delle timide conferme.

Peter Carli, ormai avviatissimo nella sua rosea carriera di novello ballerino sciupa femmine, declina ogni proposta di orario preferendo tagliare legna al mattino. “Bravo Peter, allena i brazzeti, specie quel destro, che ga bisogno” chiosa Mauro “Barbaz” Brega, offrendogli gratuitamente questa consulenza da provetto onanista. 

Iure, stanco di tenere in mano 5 chili di attrezzatura fotografica, riesce con abile mossa a sbolognare la reflex nelle mani di Dean convincendolo che egli debba affinare la sua nascente passione per la fotografia e quale occasione migliore di dilettasi con una macchina fotografica vera? “Devi tenere la macchina con la destra, l’obiettivo da sotto con la sinistra e girare la ghiera ma devi stringerlo bene…stringerlo come… beh…chiedi a Mauro come”.

Dopo un timido inizio di presa di confidenza, Dean è lanciatissimo e riusciamo a togliere la reflex dalle sue mani un filino prima che la sua inedita indole da reporter virasse nell’ambito dello stalker delle cameriere, in tutte le loro forme. La macchina fotografica viene consegnata nelle già esperte mani di Smilovich che sparisce tra la folla, sbucando di quando in quando tra i tavoli, tra le gambe, dietro le sedie, da dentro i bicchieri, flashando a destra e a manca.

Non osiamo nemmeno chiedere a Cherin (anche lui presente) di prestarsi a documentare la cena con qualche scatto: il lavoro oggi va lasciato a casa! Lo lasciamo assorto nei suoi pensieri e a godersi la cena.

Sono le 23:30 quando qualcuno inizia un giro di saluti prima di dirigersi verso casa. Come una tesserina del domino che cade, viene così innescata una improvvisa e inaspettata transumanza di persone verso i giubbotti e verso la porta d’uscita. Fortunatamente la cena si pagava in anticipo! “Ciao” – “Buonanotte” – “Xe tardi” – “Go sonno” – “Go Judo” – “Go la moglie a casa che me speta”, etc.

Quest’ultima frase fa improvvisamente risorgere in Ciro il ricordo di quanto stava andando a dimenticare, bicchiere dopo bicchiere, nel corso della serata. Serata iniziata con un laconico “Muli… oggi vado via presto che go la moglie, povera, a casa infortunada che me speta” – “Si, Ciro, va ben”.

E’ l’una passata quando Ciro si accorge che il concetto di “presto a casa” è del tutto relativo. In fondo la una di notte è anche “mattina presto….MOLTO presto, mia moglie capirà sicuramente!”, non fosse altro che avesse dimenticato le chiavi di casa, che il suo cellulare fosse morto di batteria e che non aveva modo di rientrare se non facendo scattare l’allarme di casa svegliando mezzo rione. Vogliamo ricordare Ciro così… con il sorriso innocente sulle labbra, il bicchiere mezzo pieno in mano, la felicità dipinta in volto e una moglie incazzata a casa. Pace all’anima sua.   

Matteo “Trivellino” Abbrescia, fresco di foglio rosa per la macchina, è stato sagacemente insignito del ruolo di autista-porta-alcolizzati da papà Trivella Senjor: “Tranquillo figliulo (hic!) te guido mi (hic!)” ed è così che Matteo è stato svezzato di colpo alla guida, guidando da Sagrado a casa tra lupi, orsi e caprioli carsolini con l’autista esperto addormentato sbavante sul sedile del passeggero.

Gli ultimi rimasti (e un piccolo gruppetto di autoctoni alcolizzati) terminano la serata speciale con un ultimo brindisi in compagnia. Stappiamo un paio di bottiglie. Ultimo giro di grappe, Pelinkovec e adesso si che è veramente tardi!

Approfittando di un momento di distrazione di uno degli autoctoni sopracitati, Giuliana riesce a divincolarsi dalle sue alcoliche grinfie e ci raggiunge di corsa fuori dal locale, accorgendosi troppo tardi di aver dimenticato cappotto e sciarpa nel locale. E’ Dean questa volta a risolvere cavallerescamente la situazione rigettandosi dentro il ristorante alla ricerca del cappotto. Ne esce con gli abiti fortunatamente giusti e un autoctono attaccato alla caviglia. Adesso si che possiamo veramente salutarci, sotto un cielo terso tempestato di stelle cadenti. “Buonanotte” – “Ciao, a domani” – “Se vedemo sul Taiano sabato!” – “Se vedemo domani mattina a Basovizza”.

 

Iure e Germani, discutendo strada facendo sull’appuntamento classico dell’indomani, stabilito nel corso della serata per “solito posto/solita ora” a Basovizza alle 9:30, tentano in extremis il golpe della nottata: spostare l’appuntamento al Pane Quotidiano di Domio, alla stessa ora. Un cambio di orario e luogo che avrebbe dato il duplice vantaggio di poter impostare la sveglia almeno un’ora e mezza dopo e di calcare sentieri meno battuti dalla Bora e dal gelo previsto per l’indomani. Per dar man forte al Colpo di Stato, decidono di racimolare adepti tra gli anelli deboli del gruppo: Iure telefona a quel dormiglione di Dean e riesce senza grande fatica ad arruolarlo nella missione di lanciare la bomba sul gruppo Whatsapp: complice le tenebre, l’ora tarda e la confusione alcolica dei destinatari, Dean posta il subdolo messaggio: “Cambio di programma per domani. Se trovemo al Pane Quotidiano alle 9:30 in MTB. Cussì andemo verso San Servolo e Tinjan che xe un poco più caldo“. Il piano è compiuto! Iure e Germani, soddisfatti, sogghignano della riuscita della missione. Grazie alla parola magica “Tinjan”, qualche allodola cadrà di sicuro nella trappola l’indomani e si unirà al gruppo…. e infatti:

…ma non senza qualche caduto lungo il percorso. In fondo, si sa, la guerra è guerra.

THE END


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